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graffiTS

Dove e quando

dal 16 marzo al 6 aprile 2012, presso la Galleria Cartesius, Via Carducci 10, Trieste.

La mostra è ora contenuta all'interno del progetto Progetto "Le Vie delle Foto", con esposizione presso Audace Cafè, Piazza Unità d'Italia, per tutto il mese di Ottobre 2012.

La mostra

Sì, è vero. Scrivere sui muri è un atto di vandalismo.
Ma proviamo solo per un attimo ad accantonare il nostro senso civico per andare alla scoperta di un mondo che abbiamo quotidianamente a portata di mano e che solo talvolta riesce ad attirare la nostra attenzione.
Il più delle volte si tratta di semplice linguaggio spazzatura, frasi buttate qua e là per rabbia, protesta, sfottò, maleducazione. Oppure semplici scarabocchi, segni, schizzi. E ancora poesie, racconti, canzoni, parole sciolte.
In ogni caso "graffi" nell'anima di una città. La mia.
È stata una continua ricerca la mia. Curiosa, divertente, stimolante. Un continuo vagabondare tra intonaco e pensieri, tra fantasia e vernice. E ciò che mi faceva restare sempre in sospeso, e che quindi ha reso così insolita questa mia avventura fotografica, è stato immaginarsi le storie che potevano dipanarsi dietro a ciascuna frase. Storie tutte mie, ovviamente, che ho interpretato e rappresentato a modo mio.
Il bello è proprio questo: una sola scritta, tante storie. Una per ciascuno che guarda, legge, interpreta e fa propria quel segno.
I racconti che troverete accanto ad alcune scene, scritte per l'occasione dall'amico Pietro Spirito, sono appunto soltanto una di queste fantastiche quanto improbabili storie che ciascuno di noi è libero di immaginare.

Roberta Radini

Il libro

Parole sui muri, graffiti che raccontano storie, tracce lasciate per comunicare un’emozione,  un pensiero, uno sberleffo, una protesta. Parole come immagini e immagini come parole.
Dietro ciascuna frase, ciascun segno,  c’è un frammento di vita, lasciato lì perché qualcuno lo raccolga. E’ una letteratura metropolitana che rimanda a infinite combinazioni e suggestioni, un romanzo aperto, pagine a disposizione di chiunque perché chiunque vi possa leggere un racconto, una storia. Forse la sua storia.
E dalla rappresentazione fotografica di queste voci escono altre voci, a quelle legate da un filo narrativo che allo stesso tempo le chiude e le libera. Un alfabeto contemporaneo declinato in uno spazio aperto e marginale, lungo il quale ogni giorno si rincorrono le nostre ombre.  

 

Alice.

Questa sono io. Mi chiamo Alice, e mi dissocio. Lavoro qui, il mio scrittoio è come un corvo, ogni giorno guardo l’orologio del Cappellaio Matto e non vedo l’ora (perché non c’è) di andare via. Non era questo che volevo. Quando la prima volta passai davanti alla tana del coniglio dissi a me stessa: qui dentro mai.
Adesso invece  ci sono, in questo paese fatto di tante regine di carta che minacciano di tagliarmi la testa. Ogni tanto parte una carta e cade un testa. Volevano giustiziare anche il  fante di cuori: lo hanno accusato di scrivere lettere senza firma e poesie senza senso. 
Mi dissocio, testimonierò per lui e quando sarò grande abbastanza me ne andrò da qui. Ho il diritto di essere Alice.


Pietro Spirito

  

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» scarica il comunicato ANSA (di Francesco de Filippo)
 

 
   
» Intervista Radio Capodistria (marzo 2012) - mp3 (20Mb)

Presentazione della mostra "GraffiTS".